Collezioni astratte


Ufficiosamente / lunedì, Febbraio 11th, 2019

Ho già parlato delle mie manie da collezionista compulsiva, quindi non vi ammorberò ulteriormente su questo argomento specifico, eppure ho voglia di parlare di collezioni, quindi ho deciso di affrontarle da un punto di vista cinico e spietato: le collezioni astratte.

I collezionisti astratti si muovono in un ambito ambiguo e fumoso. Questa tipologia di persone non ricercano e conservano oggetti, bensì raccolgono sensazioni, desideri, ricordi o informazioni più o meno utili.

Tra le collezioni di maggiore successo possiamo considerare le figure di merda. Conosco grandissimi collezionisti di figure di merda, sia fatte personalmente che tramite chat o telefono. Questi le tengono da parte con cura e le richiamano alla memoria quando sono particolarmente malinconici o nei momenti di socialità per creare ilarità davanti alla macchinetta del caffè o alle cene con sconosciuti.

Molto spesso il principale collezionista di astrattezze è chi odia avere cose per casa. Questi soggetti tendono a buttare ciclicamente tutto, a non affezionarsi a niente, anzi, a comprare le cose in modo che non si accumulino mai in modo da avere scaffali e ripiani sempre ordinati e semivuoti. Per questo le cose incorporee trovano spazio e si posizionano nei loro armadi mentali con più facilità di chi, come me, nel disordine e nell’accumulo vive la sua esistenza materiale e spirituale.

Poi ci sono quelli che non vogliono avere niente sul pc o sul telefono, quindi mettono tutto in qualche cloud, salvo dimenticare la password e perdere almeno tre giorni per recuperare i file indispensabili alla propria sopravvivenza, compreso quello delle password che avevano diligentemente posizionato là. Questi di solito collezionano anche le email, ovvero non svuotano mai la posta e non solo conservano i saluti di Natale del 2001, quando internet andava a manovella, ma tutto lo spamming che riescono a accumulare, convinti che, come quel calzino spaiato che non ci decidiamo a buttare, “prima o poi potrebbe servire”.

Oppure collezionano buche a appuntamenti, o risposte mai date. Le risposte mai date sono quelle che ti vengono quando stai litigando con qualcuno, o quando ti dicono qualcosa che ti fa veramente arrabbiare, e tu sul momento non riesci a rispondere. Ma quando ormai sarà troppo tardi e fuori dal tempo adeguato, sicuramente ti verrà in mente una cosa che ti avrebbe fatto vincere la sfida verbale e che in quel momento è diventata totalmente inutile.

Le risposte mai date sono simili alle occasioni perse, anche queste ultime di solito si collezionano molto bene.

Le raccolte di sogni sono quelle più simili alle collezioni di oggetti reali. Anche se sembra un paradosso, sono quelle che implicano più fatica per trovarne di adatti alla collezione, occupano un sacco di posto emotivo e, quando il soggetto è incline alla malinconia, si accoppiano con le collezioni di rimpianti.

Ci sono poi quelli che conservano rancori, sono tra le raccolte più segrete, ma anche tra le più banali, perché di solito nascono da sentimenti negativi che sono i più comuni in ognuno di noi, quindi è facile trovare doppioni.

Ma quelli che ammiro di più sono coloro che collezionano gli “E sti cazzi”, tipica espressione romana che sintetizza un concetto molto complesso, ovvero la capacità di accettare e a volte lasciar andare situazioni, persone, problemi. Il collezionista di “E sti cazzi” dimostra spesso un bel temperamento e soprattutto un carattere indomito, fatto di un coraggio che non è solo nello scegliere di ricominciare, ma soprattutto nel capire quando è il momento di mollare.