Cristo nella tempesta, di Rembrant


Ma l'arte serve? / lunedì, Marzo 25th, 2019

Cristo nella tempesta, di Rembrant, rappresenta insieme un racconto biblico e una marina, o meglio un mare in burrasca, ma quello che rende unico questo oggetto non è tanto la fusione tra allegoria religiosa e ricerca estetica, bensì il mistero della sua scomparsa. Nel 1990, infatti, è stato rubato dal museo di Boston dove era custodito e se ne sono perse le tracce. Da allora, quello che ne rimane sono solo riproduzioni fotografiche e il rimpianto di non poterlo più vedere dal vivo.

Le foto ci restituiscono un dipinto in cui Rembrant racconta gli istanti prima del un miracolo che possiamo leggere nel Vangelo di Matteo: quando Cristo ferma una tempesta che minaccia di travolgere la sua barca sgridando direttamente il mare e il vento lasciando attoniti tutti gli spettatori.

L’immagine ha due punti focali: l’albero della nave che costituisce una diagonale importante per l’equilibrio di tutta la composizione e la luce, che taglia anch’essa l’immagine concentrandosi solo su un lato. Una luce diretta e forte che si rapporta con gli elementi, si trasforma infatti nei riflessi delle onde e nel vapore delle nuvole seguendo una continuità ascensionale che la porta poi a perdersi nel buio della parte alta del quadro.

La barca segue l’inclinazione dell’albero, è sollevata e in parte coperta da un’onda terribile, come nel passo del Vangelo, mentre due gruppi, sempre ben divisi, ne determinano l’inclinazione insieme all’onda. Da un lato vediamo i marinai indaffarati che seguono la linea dell’albero, mentre nella parte bassa, intorno a Gesù, in una posizione di penombra, gli Apostoli.

E in questi elementi che si contrappongono, la calma di Gesù si scontra con l’agitazione della tempesta e il panico dei marinai e degli apostoli, in una lotta silenziosa tra le forze della natura e le emozioni e intenzioni degli uomini.

La metafora della nave fa parte dell’identità cristiana delle origini, Cristo stesso è paragonato spesso ad una barca, mezzo che raccoglie la comunità dei convocati che è la Chiesa, mentre le onde del mare in tempesta richiamano il peccato, i dubbi della vita, la mancanza di Fede. Ecco quindi che davanti al panico Gesù risponde con la calma della Fede e sempre con questa ammonisce chi è portato a farsi schiacciare dalle difficoltà che incontra nel quotidiano.

La storia di Cristo nella tempesta diventa così una storia solo apparentemente semplice da raccontare, perché è basata sul tempismo, solo vedendo quanto siano grandi la sofferenza e il pericolo si può capire il sollievo della Fede e solo affrontando la tempesta non cedendo al panico si può trovare la via di casa.