E metticele due cosette in borsa


Ufficiosamente / martedì, Ottobre 21st, 2014

borsaI canguri hanno il marsupio, i pellicani hanno il becco, i criceti hanno le guance, le donne hanno la borsa. Non si può pensare di uscire di casa senza, perché la vera casa di una donna è, appunto, la sua borsa, ovvero un contenitore non solo di oggetti, ma di speranze, sogni, attese, possibilmente  fatto da un designer di successo. In pratica un accessorio che, senza che ce ne rendiamo conto, muove una buona parte del PIL.

In quel buio uterino Mary Poppins trovava una lampada, mentre noi possiamo tirar fuori ombrelli per difenderci dalla pioggia, fazzoletti per superare l’imbarazzo di un naso gocciolante, rossetti per sedurre senza preavviso, insomma, tutto quello che serve per affrontare situazioni previste ed impreviste.

Certo, il problema del peso è indiscutibile, ho visto spalle lussate a forza di portarsi dietro tracolle con manici di catena e bottiglie d’acqua da un litro e mezzo, eppure non è possibile pensare di ridurre quella tendenza all’accumulo seriale che solo nella borsa di una persona equilibrata si potrà trovare.

Il problema, in questo caso, è che fagocita tutto impedendo di recuperare ciò che ci necessita nei tempi che ci servono. Anche se ciò che ci serve effettivamente non è poco. A volte usiamo anche le borse nelle borse, non solo per tenere insieme i trucchi ed impedire ai cioccolatini di squagliarsi creando scenari infernali, ma anche portafogli e cellulare. Eppure si riescono a perdere pure quelle.

Uno dei grandi classici è quando si deve andare disperatamente in bagno, si è davanti all’agognata porta di casa dove si è arrivati a costo di prendere multe, investire vecchiette, scavalcare cani, e le chiavi per aprirla decidono di giocare a nascondino. Ammettete di aver versato tutto il suo contenuto almeno una volta sul tappeto dell’ingresso per un motivo simile.

Esistono vari gradi di complessità nelle cose che si possono incontrare svuotando uno di questi contenitori magici, condizionate dalle occasioni in cui si utilizza per poi passare alle dimensioni. Perché non è detto che in una pochette usata per un’uscita serale non si possa far entrare il cellulare, i fazzoletti, il rossetto, le chiavi varie e le monete per il parcheggiatore. Mentre in quella che ci portiamo al lavoro forse il cambio completo per la serata sarebbe il caso di metterlo in un’altra busta lontano dal pranzo a base di zucchine e cipolla, anche se c’entrerebbe.

Le borse sono come le coccole e le scarpe, non bastano mai. Eppure sono diverse perché, rispetto alle altre due, occupano più spazio, si rovinano più facilmente e soprattutto possono stufare prima. Inoltre sono condizionate dalle mode, come per le scarpe ma non per le coccole, l’abbraccio non andrà mai fuori moda.

Come accennavo, il problema che la borsa stufi facilmente non è legato solo a quello che dice l’ultima fashion blogger, che comunque ha un ruolo fondamentale per il nostro gusto e per i nostri desideri, ma anche all’umore: possiamo andare in giro con la stessa per mesi, tanto da distruggerla, oppure comprarla, portarla tre volte e poi decidere che abbiamo sbagliato a prenderla.

E’ quindi un rapporto conflittuale, fatto di un dialogo muto tra quelli che sono i nostri desideri, le nostre aspirazioni e le nostre reali condizioni.

Ci sono donne che ne hanno cura, la imbottiscono di giornali per non farla sformare, la mettono ben ordinata nell’armadio quando non la usano, non la fanno bagnare con la pioggia e neanche la espongono al sole. Oppure ci sono delle sadiche che la arrotolano e buttano un po’ dove capita, senza alcun rispetto per la devozione che invece lei ci manifesta indefessamente.

Ma attenzione, quelle che non le poggiano a terra non lo fanno perché le amano, bensì sono superstiziose e tirchie, si ritiene infatti che la borsa a terra porti via soldi.

Ma sono anche fonte di sorprese, a volte apriamo l’armadio e scopriamo che, certe volte, decidono di sparire, di abbandonarci loro, senza darci il tempo di spiegare che non le volevamo dimenticare, ma che non abbiamo avuto il tempo, che non ce l’abbiamo fatta a travasare la nostra vita da un’altra a lei.

In un momento così drammatico, di perdita e sorpresa, ci rendiamo conto che saremmo niente senza le nostre borse, è una verità inoppugnabile come quella della nutella con un comprovato valore terapeutico.