Giacinto Gimignani, La Fortuna favorisce l’Ignoranza… purtroppo


Ma l'arte serve? / venerdì, Novembre 30th, 2012

Giacinto Gimignani realizza nella seconda metà del Seicento una complessa allegoria il cui dipinto è conservato presso la Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini, mentre una copia in acquaforte, ovvero a stampa, presso l’Istituto Nazionale della Grafica, sempre a Roma.

La scena presenta sulla destra l’allegoria dell’Ignoranza abbracciata ad un asino. Al centro la donna seminuda che scende dal cielo è la Fortuna, che dispensa tesori dalla sua cornucopia. Le monete d’oro cadono in grembo all’Ignoranza che mostra di disprezzarli e le lascia cadere. Sulla sinistra sono raffigurati l’Invidia che spinge Ercole, eroe che simboleggia la Virtù, il quale è preso a calci dalla Fortuna. In alto a sinistra due putti alati si disputano l’olivo della pace mentre tra le nuvole appaiono come spettatori Cronos, il tempo, e la Verità.

Sia il quadro che la stampa non sono particolarmente interessanti dal punto di vista figurativo, lo stile è quello di un pittore toscano che guarda al classicismo, invece mi ha attratto il tema iconografico, così affollato e nello stesso tempo chiaro.

Gimignani racconta in modo leggero che la “Virtù” non basta nella vita, un eroe come Ercole, che combatte mostri e vince battaglie senza cedere mai alla paura o allo scoramento non può niente contro la Fortuna che sceglie in modo capriccioso e predilige coloro che non la apprezzano e che anzi non se la meritano, mentre gli Dei non intervengono davanti alla palese ingiustizia che accade davanti a loro.

Ho già parlato della fortuna nel quadro di Burne-Jones, ma qui c’è un elemento in più che rende ancora più amara la visione della vita dell’uomo: l’Ignoranza. Ignoranza intesa come mancanza di visione, di cultura, di sentimenti, ovvero come la mancanza di tutto quello per cui le persone virtuose sono considerate tali.

Quindi non abbiamo un monito, ma una sorta di rassegnata constatazione, che l’impegno e le capacità personali non solo non bastano, ma che ci toccherà vedere che quello per cui lottiamo andrà a chi non si sforza per averlo e a chi non ha le nostre qualità e non se lo merita.

Pensieri pessimisti che ognuno si ritrova a fare qualche volta, e che risultano per questo troppo attuali, anche se vengono da  un quadro del Seicento, e che dimostrano che il mondo non è cambiato e non cambierà mai, perché è fatto dagli uomini, e gli uomini sono sempre uguali.

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