I grandi dilemmi della libertà: quando il fidanzato vuole uscire da solo


Ufficiosamente / mercoledì, Ottobre 21st, 2015

11258043_10153350773882774_9207132955729225355_nLa libertà è alla base della cultura moderna. Noi viviamo per essere liberi, almeno finché non ci fidanziamo, allora le cose cambiano un pochino.

Non possiamo infatti pretendere di gestire il tempo come facevamo prima, dobbiamo adeguarci alle esigenze e ai ritmi di qualcun altro e trovare un punto d’incontro che ci permetta di vivere felici e soddisfatti. Il problema è che un’altra componente fondamentale della nostra cultura è l’insoddisfazione, quindi raramente riusciamo a organizzare la nostra vita in modo da eliminare tensione o abbruttimento.

Così, una delle fonti più comuni di cattivo umore è, dopo la gestione del frigo e la suddivisione dell’armadio, la struttura dell’agenda degli appuntamenti mondani.

Se si è fortunati, si va quasi sempre d’accordo, magari perché ci si è innamorati proprio frequentando le stesse persone o gli stessi locali, o perché si ha un buon carattere, ma ci sono delle volte in cui è difficile riuscire a far conciliare il buon senso con la gelosia.

Le donne poi, notoriamente più complicate, vivono certi conflitti in modo più contorto e viscerale, ovvero ritengono che il rapporto di coppia non debba essere solo fonte di un dialogo continuo, ma soprattutto debba essere basato sulla reciprocità: si decide reciprocamente di fare come dicono loro.

Un esempio classico sono quegli appuntamenti dove il fidanzato vuole andare da solo. Ma non parlo del calcetto o della partita al pub (quest’ultima è infatti al limite, meglio non andare perché la scaramanzia degli amici può essere fonte di screzi inutili), parlo della fatidica festa a cui lui viene invitato da un vecchio amico che l’altra metà della coppia non ha mai conosciuto, che non viene frequentato da anni e che, non si sa per quale motivo, riemerge dalle nebbie del passato a rompere le scatole (o almeno così pensa lei, appunto perché non ne ha mai sentito parlare e non capisce bene la motivazione dell’invito singolo).

Ora la domanda sorge spontanea: che cosa potrebbe fare un uomo che esce di casa da solo e va in un posto pieno di donne single disperate e dove troverà alcool a fiumi? Vogliamo veramente sentire la risposta?

Sorvolando sul mistero del perché, una volta fidanzato, dovrebbe sentire l’esigenza di uscire da solo, ma converrete con me che una fidanzata responsabile deve porre rimedio a queste derive personalistiche e autodistruttive con determinazione e tempismo.

Quindi si pone un dilemma: cosa fare in questi casi? Le ipotesi sono varie e dipendono dal tipo di donna che si trova a risolvere il problema.

La conciliante passiva. Non fa niente, vuole andare? Che vada. Ha di meglio da fare lei, c’è un sacco di punto croce che  la aspetta, e il plaid sul divano, e le patatine fritte. Per una sera potrà fare rutto libero mentre guarda tutta l’ultima stagione di Lost e quando tornerà troverà il suo lato del letto pieno di briciole di biscotti e gli dirà pure il finale del telefilm.

La conciliante aggressiva. Non fa niente, vuole andare? Che vada, tanto sempre da lei deve tornare. Lei organizzerà un’uscita con quell’amico che non frequenta mai perché potrebbe scatenare scenate di gelosia. Per dare anche la giusta suspance, lo bloccherà momentaneamente su whatsapp, caricherà foto di felicità sui suoi profili social e manderà un’amica alla festa per farlo controllare a distanza. Il messaggio è: “Vendiamo che me devi dì, visto che non mi porti perché non mi divertirei mi sembra giusto andare a divertirmi pure io”. Di solito gli strascichi del rientro non sono mai gradevoli.

L’irremovibile passiva. Si è una coppia e si esce in coppia. Ma non glielo dice. Mantiene una calma salomonica fino a quando lui si avvia verso la porta e prende le chiavi della macchina, al loro tintinnio si butta a terra inscenando una colica. Si fa quindi portare al pronto soccorso regalando un tragitto in macchina in cui urla come una iena in calore e gli fa fare le quattro ore di codice giallo singhiozzandogli sommessamente nell’orecchio. Alle due di notte mentre si farà riportare a casa contrita per la serata rovinata, a tutt’e due naturalmente, vorrà un panino al McDonald che è aperto h24, non avranno cenato e lei giustamente ha bisogno di rimettersi in forze.

L’irremovibile aggressiva. Si è una coppia e si esce in coppia. O si va insieme e lei controlla tutta la gente che c’è e lui la presenta a tutti quelli che non conosce e le indica tutte le ex fidanzate che ci saranno, e per cui è convinta che non la vuole portare, o lui rimane a casa, sempre con lei. Qualora dovesse decidere di andare lo stesso e non portarla lo invita a prendere le chiavi di casa di sua madre perché è là che tornerà a dormire.

L’indifferente passivo-aggressiva. Fa finta di non capire, risponde con gesti distratti quando viene informata dell’appuntamento e cambia subito argomento. Lui afferra al volo il silenzio assenso e si illude di averla svangata. La sera dell’evento, quando lui è sulla porta e dice la fatidica frase “Allora io andrei…” dove si sentono bene i tre puntini che rappresentano l’avvenuta coscienza di non essere mai stato al sicuro come si era illuso, lei sorride e prende la borsetta. A questo punto lui ha due opzioni: se giovane e inesperto potrebbe non saper tenere la lingua a freno e dire chiaramente “Ma tu non restavi a casa?”. E mentre parla, se ha un po’ di sale in zucca, si sentirà come quell’artificiere che sbaglia a tagliare il filo della bomba che sta disinnescando, ma che non sa che qualsiasi filo sarebbe stato quello sbagliato.

La discussione può trasformare l’indifferente sia in passiva che aggressiva, perché l’indifferente ha diverse reazioni a seconda di molte variabili, come la comodità delle scarpe, l’umidità dell’aria e la distanza dall’ultimo pasto. Se passiva potrebbe offendersi, tirare fuori l’occhio lucido di Bambi davanti alla morte della madre e farsi colare lentamente il naso davanti a lui.

Se diventa aggressiva la discussione sulla porta sarà fonte di imbarazzo con i vicini per gli anni avvenire e potrebbe comportare una testata in piena faccia seguita da una ramanzina urlata sul “RISPETTO” (il maiuscolo rispecchia il tono) che deve essere alla base della loro relazione, altrimenti le toccherà usare il tacco la prossima volta. Con entrambe le risposte lui se la dovrà, o vorrà, portare dietro alla festa.

Quelli più esperti invece, che magari già ci sono capitati, accuseranno il colpo mantenendo la calma. Mentre assaporeranno il fetente sapore della sconfitta, faranno finta di niente aprendole galantemente la porta e resistendo alla tentazione di chiuderla fuori, perché si sono intelligentemente arresi all’evidenza, il libero arbitrio è anche questo: scegliere di non scegliere, soprattutto se ci pensa la fidanzata.