I nove motivi per cui odio il Capodanno, il decimo non l’ho trovato


Ufficiosamente / venerdì, Gennaio 1st, 2016

935948_10153891873897774_993692432492284159_nE’ un capodanno difficile…I nove motivi per cui odio il Capodanno, il decimo non l’ho trovato

  1. Bisogna divertirsi per forza. E’ inutile, a Capodanno bisogna per forza fare qualche cosa di divertente, stare con gli amici, andare in qualche posto figo, fare un selfie allo scattare della mezzanotte che testimoni quando si è felici, tutte cose che a me vengono malissimo. La sensazione della costrizioni verso la felicità mi rende sempre infelicissima e di conseguenza faccio tutto quello che non si dovrebbe fare: stare sola, restare a casa, non solo mettersi in pigiama, ma mettersi il pigiama più brutto che si ha e andare a dormire alle undici.
  2. Odio lo champagne. Per me quella raffinata bottiglia verde e oro è uguale alla birra, solo che gonfia meno. Per quanto mi sforzi non riesco a berlo, e non solo a causa della mia malaugurata astemia, ma proprio perché ha un sapore di cartone leggermente bruciacchiato frizzante e amaro. So che se mi piacesse la qualità della mia vita migliorerebbe, è innegabile infatti che bere champagne faccia parte di una serie di abitudini consolidate di alcune classi sociali e quindi il mio non farne parte è da imputarsi anche al rifiuto che ho per le “bollicine”. Devo rassegnarmi al fatto che la Coca-Cola non sarà mai lussuosa come un calice pieno di liquido color pipì.
  3. Odio le polemiche sui botti. E’ innegabile che facciano paura agli animali domestici e che siano pericolosi, ma a me i fuochi d’artificio continuano a piacere: c’è un valore apotropaico nell’illuminare il cielo più nero dell’anno che ormai tutti hanno dimenticato. Solo che è oggettivamente pericoloso mettere delle potenziali bombe in mano a gente che non saprebbe magari neanche accendersi una sigaretta, quindi io preferirei che ci fossero degli spettacoli fatti da professionisti in luoghi consoni e meno fuochisti improvvisati in giro.
  4. Odio la moda delle lanterne. Da un paio d’anni vedo volare queste solidali e solitarie luci nel cielo al posto dei fuochi d’artificio di mezzanotte che mi mettono ansia e tristezza insieme. Mi mettono ansia perché già ne vedo una cadere sulle tende del terrazzo e dargli fuoco, e tristezza perché danno l’idea della solitudine, le vedi vagare come anime in pena in quel buio compatto che non illuminano, anzi, rendono ancora più fitto con il contrasto di quella candela troppo piccola per reggere il confronto.
  5. Odio la domanda “Che fai a capodanno?” e la odio soprattutto perché cerco di non farla io. Chi si informa sui programmi di fine anno a partire da un mese prima è quello condizionato dal punto 1 che già si angoscia per la sua inadeguatezza sociale e cerca di rimediarvi. Chi, come me, resiste dal farla fino al 30 gennaio è semplicemente costretto dalle regole della convivenza civile. Qualora nessuno, in una conversazione che avvenga il giorno prima di Capodanno, non si informi di cosa farà l’altro, avrà una delle tre motivazioni: la prima è che ha organizzato qualcosa dove non vuole che partecipi l’amico con cui sta parlando e quindi non vuole affrontare l’argomento; la seconda è che non vuole essere invitato da nessuna parte; la terza è che non vuole risolvere il Capodanno a qualcuno che non sa cosa fare e cerca disperatamente il tappabuchi dell’ultimo minuto. Tutte e tre le motivazioni portano ad una conclusione: non si vuole fare il Capodanno con quella persona, e se lo capisce sembra brutto, quindi chi chiede prima è salvo.
  6. Odio che non ci siano i regali. Infondo Capodanno è come Natale, si aspetta la mezzanotte, si fa un cenone, si cerca compagnia, ma non ci sono regali da scartare, non ci sono pacchi o sorprese sotto l’albero, insomma, manca la vera motivazione della festa. E non ditemi che sono ingorda, non è colpa mia se sono così vicine le due ricorrenze, potevano pure pensarci prima.
  7. Odio il Cenone. Dopo una settimana precisa in cui non ho smesso un attimo di mangiare, arrivo al punto che non ce la faccio più al pensiero che dovrò ricominciare di nuovo e proseguire anche il primo dell’anno. Inoltre non mi piace lo zampone, con quelle ditine che mi fissano, né il cotechino, che è solo uno zampone travestito. Per non parlare delle lenticchie che mi procurano solo problemi gastrici e non mi hanno mai portato soldi. Non ho mai sentito di uno che mangia un piatto di lenticchie e poi si strozza con qualche moneta trovata sul cucchiaio, quindi sospetto che, al contrario dell’esistenza di Babbo Natale, non sia una leggenda veritiera.
  8. Odio fare gli auguri di Buon Anno. Sia perché li ho già fatti la settimana prima per Natale sia perché, poiché proiettati su un futuro abbastanza ampio, hanno qualcosa di menagramo e ipocrita insieme. Se le cose ti andranno bene dopo il mio augurio io sarò una bella persona e la fortuna, o la tua innata bravura, ti avranno aiutato, se invece di andranno male saranno i miei auguri la causa delle tue sofferenze. Eppure magari ce l’avessi questo potere divinatorio, avremmo risolto il problema del sovrappopolamento del pianeta…
  9. Odio i buoni propositi, lo sappiamo tutti che sono la fonte della gran parte della nostra ansia. Si mischiamo alle aspettative per il futuro e ai ricordi del passato, creando un insieme di aspettative e speranze difficile da digerire come le lenticchie di cui sopra.

E così siamo arrivati al decimo punto che non c’è, riassumendo non posso farvi gli auguri che porta male, non posso pensare al futuro che mi angoscia, non posso mangiare che non mi entrano più i pantaloni. Quindi per questo 2016 posso solo dirvi con molto affetto: In c… alla Balena, e spero che sappiate come rispondermi.

Baci.