I ritratti in punta di pennello di Alexandra Dillon


Ma l'arte serve?, PiantataStorta Contemporanea / lunedì, Dicembre 2nd, 2019

L’arte come sorpresa e costruzione di nuovi significati attraverso la decorazione e il cambiamento funzionale degli oggetti è alla base dell’esperienza artistica di Alexandra Dillon.

Giovane artista di successo sui social, diffonde la sua tecnica e il suo stile soprattutto tramite instagram, la nuova e democratica vetrina dell’arte.

Caratteristica del suo percorso è la ritrattistica su oggetti, ovvero pennelli, lucchetti, abiti, sedie, ma anche oggetti affilati come asce e mannaie. Cose le più diverse, che cambiano aspetto e compito grazie ai volti che li trasformano. I ritratti poi richiamano echi classici più o meno marcati, il riferimento alle suggestioni visive dei ritratti di Fayum mi pare molto evidente, qui fusi con un senso immaginativo che li rende inediti e ideali.

Le setole dei pennelli diventano capelli dalle sfumature più varie mentre la pennellata corposa e precisa mette in evidenza occhi grandi ed espressioni rassicuranti. Le carnagioni dalle sfumature più disparate sono costruite con un tocco grasso illuminati da tocchi di bianco e tocchi di oro.

La forza dell’idea artistica non è nell’idea semplice di cambiare l’uso di un oggetto, di ricoprirlo con un’immagine nuova e diversa, ma nel senso del un linguaggio antico e forse un po’ esotico che lo assorbe e rimodella.

L’immaginario che evoca volti fuori dal tempo apre una breccia nell’interpretazione, la porta in una dimensione senza coordinate di luogo e momento, così da proporre qualcosa che diventa unico e inedito perché adimensionale.

Ma se i pennelli esprimono una poetica rassicurante, fatta di ritratti neutri, le lame dipinte invece rompono la tranquillità, sembrano quasi ritratti riflessi di persone che li usano e di scene che avvengono davanti agli oggetti. In questo caso, mostrano l’attimo dell’azione violenta con una bocca spalancata in un grido o uno sguardo deciso che fissa lo spettatore e assumono una forza emotiva che invece li inquadra in un qui e ora.

E questo perché gli oggetti di Alexandra Dillon mantengono comunque la propria anima, che può essere più o meno radicata nel presente, conservando una propria personalità di fondo che ne condiziona il mutamento. Raccolgono il ritratto che più si adatta alla funzione intima della propria esistenza ma trovano sempre il loro posto nel mondo.

per info sull’artista: https://www.alexandradillon.com/