Il circolo dell’ansia


Ufficiosamente / mercoledì, Giugno 13th, 2012

AVVERTENZA: gli ansiosi leggano con prudenza.

Una delle mie migliori amiche è l’ansia. L’ansia è quella cosa che ti fa vedere un moscerino grande come un vespone transgenico, che ti fa perdere l’appetito e il sonno e, di solito, fare figure ridicole con quelli che ti circondano, i quali non capiscono mai fino a che punto sia serio quel tic all’occhio che ti scatta se pensi a determinate cose.

Con questa amica devo dire che, fatta l’abitudine, si convive abbastanza bene, nel senso che ti fa pure compagnia. Quando sei sola, ti metti a pensare a tutti i disastri che potrebbero capitarti ed ecco che il mondo assume tutta un’altra prospettiva.

Ci sono quelli che decidono di intervenire in qualche modo,magari prendendo farmaci o cercando terapie psicologiche che permettano di liberarsi di quella che ritengono una “parassita emotiva” ma io non mi sono mai applicata in questo senso.

Un po’ per il tema della solitudine che dicevo sopra, un po’ per la pigrizia, che è amica pure lei dell’ansia e mi dice, con la sua vocina strascicata: “Alla fine chi me lo fa fare di metterti là e perdere tempo ed energie per non avere la garanzia di risolvere il problema?”.

Problema che, a dire la verità, è avvertito più dagli altri che da me. Infondo sono gli altri che quando mi vedono agitata si agitano e vogliono che smetta, io ormai sono talmente abituata che se sto calma mi preoccupo, vuol dire che ho qualche problema serio e reale.

Così basta che le previsioni del tempo non corrispondano a quello che vedo dalla finestra, o che il caffè sia stranamente troppo amaro, o che mia madre non risponda al primo squillo e tac, scatta l’interruttore ed inizia la proiezione dei diversi film che possono avere sequel, remake, o trasposizioni in telefilm. Tutti con me protagonista alle prese con qualche misterioso disastro non calcolato, o peggio, calcolato ed avverato.

Ma il vero problema è che non vedo mai il finale della storia, per quanto vada avanti nella visione. Così l’ansia nasce dall’incertezza del risultato, dalla paura che non ci sia il lieto fine, dalla coscienza che potrebbe esserci una possibilità, anche una sola, di inciampare e non rialzarsi.

Ma è sempre l’ansia che mi suggerisce che, se pure dovessi cadere mi rialzerei necessariamente, per il semplice fatto che il circolo vizioso in cui vive non si potrebbe interrompere.

Quindi ancora una volta “Domani sarà un altro giorno”, e si potrà ricominciare daccapo, ancora in sua compagnia.

3 Commenti a “Il circolo dell’ansia”

  1. l’ansia è quella cosa che spreme il succo delle tue fertili meningi..affinché non rimanga una sola goccia che non pensi a lei…

  2. Bel post! Hai perfino capito qual è l’intenzione positiva dell’ansia! Sei più vicina di quanto pensi a lasciarla per trovarti nuove amiche! 🙂

  3. L’ansia, opportunamente incanalata, si può evolvere in un sano e lucido pessimismo preventivo: quello che permette di sapere esattamente cosa fare quando ottimisti all’eccesso o imbecilli militanti, di fronte a un’emergenza imprevista, cominciano a rimbalzare sulle pareti come galline in preda al panico.

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