Il Purgatorio esiste e si chiama “ufficio”


Ufficiosamente / venerdì, Novembre 4th, 2011

Questo articolo è frutto di fantasia ed ogni personaggio è frutto di invenzione. Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale, anche perché mi ha spiegato un mio amico giornalista che la fantasia e i fatti inventati sono l’arma migliore contro le querele e le denunce.

Vi siete mai resi conto di quanto tempo passiate con delle persone che odiate e che non sono i rispettivi compagni, né parenti, né vicini di casa? Queste persone sono i colleghi di lavoro.

Cinque giorni la settimana (per alcuni addirittura sei), almeno otto ore al giorno. Con qualcuno che odiate. Che non sopportate. Che fa cose che detestate. Eppure lo dovete fare, fa parte del lavoro.

Dividere lo spazio, il bagno, la fotocopiatrice, ed in silenzio sopportare qualcuno che si mangia le unghie compulsivamente o che urla al telefono. Qualcuno che non è capace neanche di accendere il computer ed è stato assunto come programmatore oppure che sente la musica, una musica brutta, mentre cercate di finire un lavoro fondamentale per la vostra carriera.

Chi ha la sfortuna di lavorare in un contesto che implica avere un contatto costante con altri colleghi, superiori o inferiori, capirà cosa sto dicendo. Il purgatorio è sulla terra e si chiama “ufficio”. Una delle fonti principali di disagio è sicuramente la stupidità, ritengo che anche il dover sopportare le azioni idiote dei colleghi faccia parte di una sorta di mobbing non riconosciuto e coperto da un velo omertoso. Tipo fare cinquanta fotocopie dello stesso foglio che poi deve essere mandato via fax a cinquanta persone, ma signori, è lo stesso foglio…

Per non parlare del problema pettegolezzo. Il pettegolezzo consiste principalmente nel guardare il lavoro dell’altro, l’orario che fa l’altro, le malattie che si prende l’altro, senza tenere conto di quanto sopra riferito a se stessi. Ovvero è sempre l’altro che lavora meno, che si ammala per finta, che non sa gestire una cosa facilissima che invece lui si, che farebbe meglio e più in fretta.

Ma è importante sfatare anche questo luogo comune che vede solo negli ambienti al femminile il covo delle cattiverie tra colleghi. Conosco episodi famosi in cui gli uomini hanno il loro daffare quando si tratta di notare presunte ingiustizie, raccomandazioni, relazioni segrete.

Appunto perché la tipologia degli episodi è ampissima ho diviso il collega d’ufficio molesto in alcune categorie base che possono riassumere in generale gli scompensi emotivi che ci procura ogni giorno.

Il collega che mangia in ufficio: questi magari si posiziona ad una scrivania più in là, si nutre di insalata ed aringhe affumicate e ritiene che non sia lecito che voi possiate comprarvi un panino con la mortadella, perché il vostro pranzo, non il suo, “impregna la stanza di cattivo odore”.

Il collega che fuma in ufficio anche se è proibito tassativamente dalla legge: di solito fuma alla scrivania perché “è stressato e non può farne a meno” e non ritiene che la puzza di fumo si attacchi a qualsiasi cosa, primi fra tutti i vostri capelli, perché “ho lasciato le finestre aperte”. Certo, lo ringraziate della carineria, visto che magari è gennaio e ci sono tre gradi e voi siete in linea retta con i vetri spalancati. Oltre all’enfisema vi regala anche la polmonite e voi non lo volete ringraziare?

Il collega che si sente solo: è quello che ha vicino una sedia vuota, su cui a volte scrive il proprio nome, e che dice gli appartiene perché “è per poggiare il cappotto”. La sedia non deve essere toccata e lui la concede di malavoglia solo su pressione della direzione. In realtà è dedicata al suo amico immaginario, voi ve ne accorgete perché è spesso rivolto verso di lei come ascoltasse una voce invisibile e lo avete anche sorpreso qualche volta a parlare da solo, anche se si è giustificato dicendo che stava leggendo ad alta voce un’e-mail.

Il collega ipocondriaco: forse il più snervante, quello che ritiene che le stampanti rilascino sostanze cancerogene quindi che non debbano essere usate in stanza e che i computer, avete sentito bene i computer, emanino onde elettromagnetiche nocive alla sua salute. Il fatto che il computer in questione sia un mac e che dietro la testa questa persona abbia un cartello con scritto “Siate Pazzi, Siate Affamati (cit. Steve Jobs)” e ce ne siano altri cinque, di computer, in quella stanza non sembra condizionare la sua opinione, è quello che avete appena montato che può procurargli la morte perché è il vostro.

Il collega con i tic: a volte capita di essere seduti vicino a qualcuno che rosicchia ossessivamente la penna, o peggio le unghie. O che fa gesti compulsivi ed inconsci, tipo ingurgitare interi pacchetti di caramelle di seguito, girare intorno alla sedia tre volte prima di sedersi, mettere nel cassetto della scrivania tutti gli oggetti di cancelleria che ritiene abbandonati, ovvero quelli che sono sulle scrivanie degli altri quando questi ultimi non sono presenti.

Ora mi giudicherete paranoica, eccessiva, isterica, ebbene, se vi dovesse capitare di vivere la maggior parte della vostra vita rinchiusi con qualcuno che ha dei problemi psicologici seri ma che è convinto che li abbiate voi, che proietta le sue frustrazioni personali e professionali su di voi perché comunque sarete sempre più giovani o carini ed avrete sempre qualche cosa che non va bene, tipo l’abitudine di respirare in sua presenza, fate come ho fatto io: ho attaccato dietro la testa un bel foglio A4 con una chiara scritta nera: “NON LO SO E NON M’INTERESSA” e lo indico ogni volta che è necessario. E’ l’unico modo per sopravvivere.

Un Commento a “Il Purgatorio esiste e si chiama “ufficio””

  1. non sei ne eccessiva ne paranoiaca . condivido quello che scrivi perche ‘ purtroppo e’ la verita’. se tutto cio’ lo scegliessimo noi, lo vivremmo sicuramente in modo piu’ accettabile e piu’ tranquillo ma le persone con cui lavoriamo non le abbiamo scelte e la loro presenza ci e’ ” imposta” e per tante ore , questo e’ il problema …….il tempo prezioso che condividiamo fisicamente e il tempo prezioso che perdiamo anche solo per pochi secondi, quando siamo fuori dall’ufficio,dedicando a loro il nostro pensiero di diniego …….anche se fossero solo attimi …. sono rubati…pensa oltre ad essere insopportabili , anche ladri

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