La classe è d’acqua


Ufficiosamente / lunedì, Settembre 22nd, 2014

bevi acqua“E bevi”, “t’ho detto bevi che ti fa bene”.

Ma non stiamo parlando, in questo caso, di alcolici, anche se di solito me lo dicono pure per quelli. In questo caso si parla di acqua, semplice, umida, acqua.

Ecco quello che mi ripetono quelli che si accorgono che io bevo pochissimo, come una pianta grassa, con la quale condivido anche le spine e l’aggettivo che inizia con la “g”.

Ma non lo faccio apposta, non ho neanche mai sete, mentre vedo donne intorno a me che si tirano giù bottiglie da un litro e mezzo come fosse un sorso, io sto là e mi bagno le labbra, poi me le ribagno, se mi ricordo, e via così.

Eppure vorrei tanto fare come certe, che addirittura si caricano le cassette di bottigliette e se le ripongono come care amiche dietro la sedia, hai visto mai che finisca e tocchi andare a prenderla al bar. Anche io vorrei ingaggiare la mia personale lotta contro la ritenzione idrica che mi permetta di avere gambe più snelle, pelle più idratata, intestino regolare.

Invece fisso sospirando questa mezza bottiglietta da 500 ml che è ancora a metà sapendo che devo finirla entro ora di pranzo per poi iniziarne un’altra e cercare di arrivare almeno a tre quarti della seconda prima di sera.

Quindi è difficile anche ribattere a chi te la indica con fare accusatorio e mi chiede se ho paura di arrugginire, perché è vero che alcune bevono poco perché non vogliono andare troppo in bagno fuori casa, ma purtroppo non  ho neanche questa fortuna.

Una volta arrivata a 250 ml la mia vescica lillipuzziana mi avverte che, nonostante beva a millilitri, sarà necessario un pit stop al bagno, così ricordo con tristezza quelle poche volte che ho raggiunto il traguardo del litro: dopo neanche 20 minuti ho seriamente valutato l’uso del catetere.

Forse per questo  il rischio della disidratazione è sempre dietro l’angolo, nonostante sudi pochissimo,  visto che cerco di muovermi come un bradipo sul suo ramo. In compenso piango molto, in tal caso i miei occhi regalano getti a fontana che producono perdite di liquidi quasi fatali che tocca reintegrare subito.

Eppure bevendo poco riesco ad avere delle preferenze pure sull’acqua: deve essere a temperatura ambiente d’inverno e nelle mezze stagioni, fredda solo d’estate e, sempre nei mesi caldi, gradisco anche qualche cubetto di ghiaccio. Inoltre sono schizzinosa pure sul tipo, ovvero sono poche le marche che mi piacciono, mentre ho montato anche un filtro al rubinetto della cucina, per avere l’acqua corrente microfiltrata.

Eppure per alcuni è tutta uguale, mentre io sento la differenza tra quella “di montagna” che non mi piace proprio, e quella “ a basso contenuto di sodio” che mi fa sentire decisamente più snella quando la bevo, anche se la mia preferita sarà sempre la francese, talmente chic da essere venduta pure nebulizzata come reidratante, perché la classe, appunto, può essere anche d’acqua.

N.B. Ringrazio Francesca Palumbo, collega nella mancanza di sete, per l’idea del pianto che disidrata