La finestra sull’inverno di Ivan Chichkine


Ma l'arte serve? / giovedì, Dicembre 18th, 2014

Ivan Chichkine, (1890)Una finestra sull’inverno. Un pittore russo che dipinge la neve alla fine dell’Ottocento. Forse un tema scontato per qualcuno che c’è cresciuto, ma affascinante per chi la neve non l’ha vista praticamente mai.

Chichkine racconta un inverno fatto del bianco della neve e dello scuro della corteccia degli alberi, dove la terra e il cielo si fondono in un’atmosfera rarefatta dal freddo. Gli alberi caduti sembrano i corpi addormentati di giganti mentre il tempo è immobile come l’aria.

E’ difficile parlare di una composizione che non racconta molto, a parte un’immagine di assoluta sospensione. Guardiamo questo paesaggio invernale, questo bosco selvaggio e immobile e ci sembra di stare sul bordo di un mondo che esiste, ma solo e sempre assolutamente lontano da noi.

La nostra finestra non si apre su questo inverno, se ci giriamo a guardare fuori magari vediamo degli altri palazzi, o strade, o il mare. Pochi sono quelli che possono vivere in questo paesaggio, anche perché non è fatto per essere vissuto, ma per ammirato di sfuggita. Non ci si può fermare più di tanto perché sappiamo di non poterne fare parte.

Non è un mondo che deve ospitare l’uomo, sembrano dirlo proprio gli alberi caduti, metafora di un tempo che passa inesorabile al di là della nostra volontà. E sembra dirlo la neve immacolata, non toccata neanche dal vento, che si posa sulla natura come una coperta, nasconde i colori, la vita, ma non li soffoca, semplicemente li aiuta a riposare.

Ed ecco la bellezza di quello che vediamo, un mondo che riposa placido e sereno, dove il freddo e l’immobilità convivono per creare un momento di quiete immutabile che desidereremmo qualche volta anche noi.