La solitudine perfetta del Pomeriggio di Giovanni Lomi


Ma l'arte serve? / lunedì, Aprile 8th, 2019

La primavera arriva e si nasconde, si fa desiderare quest’anno come fa tutti gli anni, così cercavo un quadro che parlasse di vacanza, di mare, di tranquillità e anche solitudine.

L’ho trovato in Pomeriggio di Giovanni Lomi, pittore livornese che lavora a cavallo di Ottocento e Novecento, un pittore che dipinge le cose che vede, le cose che vive, con una pennellata corposa e decisa che richiama la tradizione dei macchiaioli toscani.

Per questo i suoi quadri sono fatti di scorci, animali, lavoro, tutte immagini che rappresentano la quotidianità in un misto di realismo e idealizzazione. Perché se è reale il soggetto, quel pezzo di costa, quel gruppo di pecore che bruca tranquilla, è ideale la sua inconfondibile tavolozza, che costruisce i riflessi del mare, il cielo che vi si rispecchia, il pastore nascosto dall’ombra del cespuglio.

La composizione si divide nettamente nelle tre fasce di terra, acqua e aria, disposte a costruire uno stacco verso la profondità: l’occhio è portato a guardare il centro del quadro nel punto della tranquillità perfetta, ovvero dove il cielo si incontra con il mare, mentre il gregge si dispone seguendo la linea della collina, in modo da guidare l’occhio dove vuole il pittore.

Il quadro è una piccola finestra su un pomeriggio sereno e assolato, in cui l’ombra di un cespuglio basso regala un rimedio alla calura e il mare rappresenta quel confine oltre il quale si nascondono storie infinite, passaggi verso altre terre, ma sempre lontani e per questo innocui.

Lomi ci racconta una solitudine perfetta, in cui non c’è aspettativa delusa, desiderio infranto, dolore inutile e che si perfeziona proprio nell’essere condivisa con una compagnia. Questo paradosso solo apparente nasce dalla natura degli animali, che vivono senza pretende attenzione anzi, si mostrano serenamente noncuranti degli affanni degli uomini.

Le pecore si godono il sole e il pascolo tranquillo come il pastore si gode l’ombra e la brezza marina, vicini ma non uniti, in un momento perfetto che non ha bisogno di altro, perché il mare diventa anche lui un compagno silenzioso e completo, anche lui distante il giusto.

 E in queste condizioni rare, fatte di componenti che si uniscono a formare quasi una pozione magica, la solitudine diventa una cura o meglio una soluzione.