L’altra faccia della medaglia dell’Amore: IL PALO


Ufficiosamente / lunedì, Marzo 26th, 2012

Scritto da Giovanna Pimpinella e Francesca Rosati

É arrivata la Primavera, quindi come non continuare a parlare della parola con la “A” maiuscola?
“Amore”, per adesso sono 5 lettere che in un modo o nell’altro possono avere effetti collaterali più o meno indesiderati:

  • c’è chi, quando è innamorato, dimagrisce almeno 5 kg;
  • c’è chi li prende, i5 kg, ed è meno felice del primo;
  • c’è chi perde totalmente la testa (non in senso metaforico ma nel senso che manda il proprio cervello in ferie fino a data ‘X’ e si macchia di atti innominabili come riempire di link a canzoni di Baglioni la propria bacheca di Facebook);
  • c’è chi scompare definitivamente per parenti e amici (il che non è sempre un evento drammatico, di solito erano invisibili anche prima oppure la loro mancanza crea un notevole sollievo).

Ma non stiamo qui a parlare di quelli che sono “gli effetti” dell’amore. Si rischia di cadere nella misera ovvietà. L’analisi che ci proponiamo di fare riguarda quei momenti in cui si concretizza il sogno, ovvero attraverso le tipiche frasi che escono dalle nostre bocche inconsapevoli che le parole restano, e pesano, a volte come petali, altre volte come camion con rimorchio sul piede.

Cominceremo in maniera graduale, elencando le frasi più soft per arrivare alle genialate che E!Entertainment metterebbe al primo posto nella classifica delle “cavolate più grandi dopo il Big Bang”. Lo schema del dialogo prevede che A sia il dichiarante, ovvero l’innamorato, che pronuncia una frase più o meno normale, a volte non arriva direttamente al punto ma del resto vogliamo mettere in conto un certo imbarazzo, e B sia il ricevente, ovvero l’oggetto dell’amore.

Cosa risponde B davanti ad una dichiarazione? Le alternative sono due, positiva, quindi “ci sta” e la felicità sarà dietro l’angolo, almeno per i primi cinque minuti, oppure sarà negativa, quindi darà il “Palo”, abbreviazione di “Palo” in fronte, come si dice oggi, metafora di un colpo dato in pieno viso e del dolore che comporta, e che un tempo era il chiamato il malevolo “due di picche”.

Nota dell’autore: se fino a qualche anno fa “la  famosa dichiarazione” con relativa risposta avveniva verbalmente, con A & B l’uno davanti all’altro, oggi il tutto si manifesta, nel 90% dei casi, via sms, e-mail, messaggi in posta privata su Facebook e Twitter o sistemi di messaggistica alternativi (Skype, Whatsapp ecc). Se vi state chiedendo il perché la risposta è semplicissima ed è duplice:

1) si evitano più facilmente ridicoli imbarazzi (mettiamo sempre in conto che il dichiarante potrebbe avere serie difficoltà nell’esprimersi e nel manifestare i propri sentimenti);

2) ci si appella al magnifico “Verba Volant scripta manent” e questo ovviamente a vantaggio di B (della serie te l’ho scritto, leggi bene, se puoi fai un clik su stampa e tienilo a mente)

 Detto ciò arriviamo al punto, considerando l’infelice storia di un dichiarante speranzoso che, a fronte di un’esplicita dichiarazione riceve il cosiddetto “Palo” (sempre in fronte chiaramente). Prenderemo come frase standard di A la seguente

IL DICHIARANTE

“Ciao, scusa se ti disturbo… senti è già da un po’ che volevo dirtelo ma vabbé… il fatto è tutte le volte che siamo usciti sono stata/o davvero bene. Insomma, magari l’avrai capito però… la verità è che mi piaci molto e… beh volevo che lo sapessi”

(questa frase è costata, come minimo, l’invio a catena di 5 sms; l’esaurimento del credito sul cellulare e, come tempistica, una buona mezz’ora, considerando gli innumerevoli “scrivi, cancella e riscrivi” adottati)

IL RICEVENTE

“ Beh si un po’ l’avevo intuito… che dire… grazie!”

“ Ma no tranquilla/o non mi disturbi, sto aspettando che scadano I 45 minuti di Megavideo per far ripartire lo streaming. Oh ma tu come scarichi? Torrent o Megaupload?!

“ Oddio ma dici davvero? Ma “mi piaci molto” in che senso scusa?”

“Guarda, grazie del messaggio. Si anche tu sei carino/a. Vabbé ma sicuramente ci saranno altre occasioni per rivedersi. Che faccio ti metto in lista per Sabato sera, festa anni ’90?”

“No scusa ma scherzi?! Oddio pensa che non mi ero accorto/a di nulla. Comunque grazie”

Allora, queste sono le frasi “tentativo” del primo step. Già perché il “Palo”, benché arrivi subito, non viene immediatamente recepito da A, che non demorde (più che altro non coglie) e cade nel tragico errore di mandare, sempre via sms, un siluro di questo tipo

IL DICHIARANTE

“Beh, posso chiederti una cosa… quindi, tu che pensi di me? No perché col messaggio di prima intendevo dire che magari potremmo frequentarci di più… se ti va?”.

Ah! Che diamine ti passa per il cervello A? Perché insistere e continuare a farti del male?

IL RICEVENTE

“ Oddio… beh sicuramente sei un sacco simpatico/a. Te news?”

“ No no no…. guarda non mi chiedere che penso perché sto nella fase in cui non penso nulla, sai tipo fase – zen? Il karma, vivi e lascia vivere, ecco, sto tranquillo/a”

“Senti è un periodaccio…. Sto incasinato/a col lavoro quindi non so… però dai sentiamoci!”

“ Vabbé ti piaccio… ahahahahha ma dai su ti pare?! Tu sei troppo forte comunque”

“ Mah che penso… oddio ma te l’ho detto che mi si è accollato/a uno/a? No vabbé guarda devo raccontarti, è allucinante”

“ Senti, guarda il fatto è che sto uscendo da una storia che mi ha devastato, sai di quelle che ti tolgono anche l’anima…. Però quando vuoi ci prendiamo un caffé”

“ Ah… si vabbé, ma tu sei carina/o non lo metto in dubbio però non lo so, per me sei un’ottima/o amica/o e pensavo che anche per fosse la stessa cosa…”

“Ma certo che mi va! Guarda il/la mio/a ex torna questo w.e. Siccome dobbiamo un attimo riparlare di noi… magari caffè la settimana prossima?”

“Mi sa che non mi è arrivato il messaggio. Ma tu eri il 333 o il 347? Non ti ho memorizzato in rubrica”

E QUANDO B PROFERISCE LA FRASE CHE SEGUE, SI CONCRETIZZA IL DRAMMA DI A

“Eh magari potremmo frequentarci di più… ma porti anche la/il tua/o amica/o dell’altra volta però… quella/o troppo carina/o. Ma che tu sappia è fidanzata/o?”

A volte poi succede l’assurdità, ovvero che A metabolizzi talmente bene il “Palo” ovvero non gli faccia capire quanto é disperato, che B pensi in automatico di venir cercato per ricevere altre dichiarazioni, quindi parte in automatico con il “Palo” ogni volta che lo incontra:

A: ” Ciao, puoi restituirmi quel libro che ti ho prestato…”

B: ” Devi capirlo, io e te non potremo mai sposarci, sei una persona troppo aggressiva per me.

Adesso, per questioni di correttezza, dovremmo fare una distinzione tra il dichiarante donna o uomo e il ricevente allo stesso modo. Perché non si può negare che, pur essendo per le pari opportunità, c’è una grandissima differenza tra  i due sessi: la velocità di connessione dei neuroni e lo spirito d’inventiva. Ma non lo facciamo, ci limitiamo a ricordarvi che le autrici di questo pezzo sono due donne…

Di fatto però,  invertendo il genere dei due soggetti, con la stessa facilità con cui si cambia l’ordine degli addendi il risultato, appunto, non cambia: questa relazione non s’ha da fa. E non certo per colpa di A, che in fondo ha messo subito le cose in chiaro, quanto a causa di B e dei suoi innumerevoli tentativi di arrampicarsi sugli specchi insaponati puntando sulla vaghezza o cercando il modo più soft (in realtà più tragico – drammatico) per lanciare una mina vagante (che se l’effetto boomerang non fallisce tanto prima o poi gli/le torna indietro…come a dire, i “Pali” si danno, ma si pigliano pure, é la forma rateale del karma, compri oggi e paghi per sempre).

Così, qualora vi dovesse capitare ricevere il “Palo”, dovete capire che non é necessario farne una tragedia ed usare delle piccole accortezze, ovvero portate con voi una bottiglietta d’acqua, dei fazzoletti e un kinder, utilizzateli per reidratare le lacrime, asciugarle e consolarvi.

Perché l’unica cosa che si deve fare quando succedono questi piccoli incidenti per cui non si fanno assicurazioni é ripetersi come un mantra… “Stay tuner!“, ovvero, come dicono da noi: “Sta’ sereno e fattela piglià bene!

6 Commenti a “L’altra faccia della medaglia dell’Amore: IL PALO”

  1. Vivo evidentemente in un altro mondo. Il modo di “chiederlo” è semplice: provare (con educazione, ma con una certa decisione) a baciarla, ovviamente e rigorosamente live.

    Badando bene di avere nelle immediate vicinanze un luogo adeguato ove sagrificare a Venere, considerando che in caso di assenso nulla esiste di più fugace dell’amore e che, come si diceva già a Mantova molti anni fa, la donna è mobile qual piuma al vento muta d’accento e di pensier, per cui bisogna cogliere il fiore prima che incontri qualcuno “studente, e povero” e cambi idea.

    Ed è ovvio che un “no”non deve scoraggiare. Ovvero se la fanciulla rifiuta non significa per nulla “mai” significa solo “no ora, no così, no in questo posto, e no per ora”. Un “no” è una interessante piattaforma contrattuale sulla quale iniziare una serrata trattativa verosimilmente molto difficile da condurre dai risultati giocoforza incerti. Se io dopo ogni “no”mi fossi ritirato in buon ordine sarei ancora vergine.

    PS: mi scuso per la lunga assenza e sono contento di avere così tanti post interessanti da leggere.

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