Le infinite variazioni del nero “Signora con cappello” di Ambrogio Alciati


Ma l'arte serve? / giovedì, Marzo 12th, 2015

Signora cappello- AlciatiAmbrogio Antonio Alciati, pittore lombardo attivo tra la fine dell’Ottocento e i primi tre decenni del Novecento, realizza durante la Prima Guerra Mondiale un’immagine in bianco e nero che sembra una foto, invece è un quadro datato 1916.

In un periodo dove è il colore che domina le composizioni, sia nel cromatismo che nella materia stessa, la scelta di annullarlo rappresenta insieme una sorta di giocosa prova artistica ed un monito evocativo della fotografia, che diventerà prima elemento ausiliario della pittura, poi alternativo ad essa.

La composizione è semplice, una donna, una sedia, una parete, e per questo è ancora più ipnotica perché non ha bisogno di altro, è completa così.

La bellezza sofisticata del soggetto, dal volto pallido e dallo sguardo vivo che sbuca dal nero dell’abbigliamento e del cappello, sembra intavolare con il suo ritrattista una conversazione muta fatta di una dolce ed inaspettata vitalità.

I grandi occhi scuri come pozzi non guardano lo spettatore, ma l’artista stesso, e diventano quasi difficili da sostenere proprio perché si ha la sensazione che lei non stia parlando con chi la guarda, ma con una persona precisa che ora non è più davanti a lei.

La donna ha una posa di tre quarti che le permette di accennare il movimento fluido della testa che si gira, in un richiamo agli stilemi classici della ritrattistica che però si scompone nelle pennellate compatte grazie alle quali si afferma la precisa personalità del volto. E allora ci accorgiamo che gli echi della pittura scapigliata e dell’impressionismo sono applicati ad una tecnica che prosciuga il colore rendendolo “primario”, ovvero una infinita variazione del nero dove il bianco è luce, assenza di colore.

In questo quadro è come se Alciati dipingesse l’essenza della notte, o meglio, quel momento della notte in cui si intravede la luce del giorno, perché “A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi eletti la luce dell’aurora (Emily Dickinson)” .