Le mani che si incontrano. Rodin


Ma l'arte serve? / mercoledì, Novembre 20th, 2013

August Rodin The Cathedral 1908Due mani destre che si incontrano sono due persone che si incontrano. Eppure, nel loro essere uguali e diverse si completano, come la destra e la sinistra della stessa persona. Mentre per stringersi devono essere di fronte, guardarsi.

Osservo le mani di Rodin e ritrovo il dialogo muto che nasce quando ci si riconosce, quando ci si scopre, quando si decide di scommettere e sperare per il meglio.

Rappresentano la resa a quello che si prova, l’affidarsi all’idea che potrebbe andare bene. Un’idea a cui è pericoloso abbandonarsi, ma che si deve abbracciare quando si capisce che ne vale la pena.

Quando si trova qualcosa di speciale e unico, di giusto per sé. Quando si trova un abbraccio che ha la misura del proprio e due labbra che si incastrano perfettamente con le proprie. Quando si trovano pensieri e modi che ci appartengono ma che non credevamo potessero trovarsi anche in qualcun altro.

Così guardo quelle mani e penso a tutto quello che non c’è e che è palesemente sottinteso: il battito di un cuore che suona in un altro petto, il respiro che muove un’altra vita e lo sguardo verso il futuro che usa altri occhi.

AUGURI AMORE MIO.

Un Commento a “Le mani che si incontrano. Rodin”

  1. L’articolo risponde come non mai alla domanda “Ma l’Arte serve?” Dimostra infatti come essa permetta alla Poesia di far sentire la sua voce, la Poesia che è in noi e che la quotidiana guerra dell’esistere mette a tacere o finisce col mutare, per forza di cose, in qualcosa di diverso.

I Commenti sono chiusi.