L’utilità del citofono


Ufficiosamente / lunedì, Maggio 14th, 2018

Agli inizi del Novecento il citofono era considerato un oggetto di lusso e modernità. Oggi possiamo dire che quella cornetta del telefono attaccata al muro sempre nel posto più scomodo non ha più il fascino di un tempo, anzi, è diventato veicolo di scocciature e ansia.

Nei tempi moderni, dove tutto si può fare usando il cellulare, quelli che ti citofonano di solito non sono persone che ti conoscono o che vogliono parlare realmente con te anzi, sono persone che vogliono solo usare la tua ansia di rispondere a uno squillo, da qualsiasi apparecchio provenga, per poi usarla contro di te.

Quando sentiamo quel magico trillo, infatti, siamo presi da un misto di curiosità e terrore, simile a quello che ci spinge a guardare un film horror e poi ci costringe a dormire con la luce accesa.

E proprio nell’attimo in cui sganciamo la cornetta  ci svegliamo dall’incanto, quando ormai è troppo tardi e  non possiamo più fingere di non essere in casa, scopriamo che sono sempre gli stessi i tipi di persone che premono quel tasto che dalla strada li porta dentro casa nostra.

Per esempio il postino, che è di solito il primo a stupirsi se rispondiamo oltre a essere il più temuto. Questo perché dieci volte su dieci ci porta una raccomandata, e sappiamo tutti che le raccomandate sono sempre e solo brutte notizie.

Un’altra categoria comune sono i malintenzionati che vogliono entrare nel palazzo. Questi delinquenti di varia origine amano  fare il giro delle scale e verificare se ci sono appartamenti vuoti da svaligiare, di solito si divertono anche a suonare alle porte dicendo che vogliono fare una qualche voltura di un qualche contatore. Questi individui sono l’unico motivo per cui avere un cane che abbaia alla porta ad ogni movimento d’aria si dimostra molto utile, anche se magari i vicini non lo amano molto questo vostro cane. Ma soprattutto ci permettono di sfogare tutte le nostre paranoie sull’insicurezza delle grandi città.

Anche i distributori di pubblicità che vogliono piazzare i loro volantini in copie multiple nelle cassette della posta occupano un certo spazio nelle nostre paranoie. Questi si approfittano del senso di colpa che nasce dal pensare che poverini, pure loro devono lavorare, mentre ci lasciano decine di volantini tutti uguali ammassati nella fessura della cassetta.

Invece i testimoni di Geova che vogliono portare la parola di Dio, compiono un atto deliberatamente provocatorio scegliendo sempre quell’orario indigesto della domenica mattina, proprio il momento in cui si è soliti seguire uno dei pochi precetti della dottrina cattolica: il riposo domenicale.

Viceversa capita che suonino preti che vogliono fare come i testimoni di Geova, ma con la scusa della benedizione pasquale.

Anche se ormai sono una rarità, ancora che ci sono burloni che passano e suonano i citofoni per il gusto di fare uno scherzo. Questi li guardiamo con una certa indulgenza perché, ammettiamolo, chi non lo ha fatto almeno una volta nella vita? E’ lo scherzo migliore che si possa fare soprattutto quando non si sanno fare scherzi.

Invece è sorprendente scoprire che ci sono ancora i venditori del Folletto, incuranti di Amazon, girano tra le scale dei palazzi anche se non ci credereste mai. Hanno il fascino delle creature fantastiche, figure mitologiche di cui si sentivano i racconti delle nonne e che ancora allietano alcune massaie con la speranza di risolvere i loro problemi di pulizia dei tappeti grazie al fantastico elettrodomestico bianco e verde.

Eppure ci sono dei soggetti a cui conviene proprio aprire, come i simpatici addetti dell’AMA che ritirano la monnezza nei cassonetti degli androni dei palazzi del centro storico e che, se non apri, non se la portano via.  Ogni giorno cambia il netturbino e ogni giorno sceglie sempre solo il tuo citofono per farsi aprire.

Come bisogna rispondere sempre “presente” alla suonata del medico dell’INPS per la visita fiscale, che ci mette un attimo a dire che stavate fuori casa a bighellonare invece di rimanere sul divano ad aspettare lui per fargli certificare che non stiate fregando il datore di lavoro, lo stato, la comunità e pure i vostri amici che vi credevano malato.

Infine il ragazzo del delivery, che ci porta cibo in cambio di denaro, e che di solito sbaglia a citofonare o sbaglia proprio palazzo. Forse è l’unico trillo che veramente aspettiamo con ansia e giubilo, quello che ci ripaga di tutte le altre scocciature che dobbiamo subire per avere a disposizione questo mezzo di comunicazione insostituibile tra la pizza a domicilio e il nostro stomaco.

Ma qualche volta suona anche uno che cerca Gigi e poi chiede se almeno c’è la Cremeria, a quello mi raccomando, sicuramente non dovete aprire.

 

P.S. l’immagine dell’articolo è opera di Adolfo Wildt, è è il citofono di Palazzo Sola Busca a Milano, progettato da Aldo Andreani