Non è il gusto, è l’incoscienza


Ufficiosamente / lunedì, Settembre 29th, 2014

IMG_20140929_115428Quando in ufficio tu vieni con delle sneakers, un jeans nero e una maglietta bianca, mentre quella vicino a te entra nella stanza esibendo con sicurezza una scarpa amaranto che tra para e tacco la alza di 25 cm, gonna a tubino e camicia con ampi volant che aumentano l’effetto cicogna, ti chiedi che cosa tu abbia sbagliato nella vita.

Mentre ti rendi conto che pure da seduta è più alta del solito, inizi a pensare al tuo armadio, alle scelte errate che hai fatto, e ti chiedi perché le hai fatte. La tua mediocrità è così palese che te ne senti schiacciata, mentre fissi un punto nel vuoto e pensi ai plantari che ti bloccano in quelle scarpe coi lacci per impedire ai metatarsi traditori di infiammarsi di nuovo e renderti anche zoppa, oltre che sfigata.

Ma non sono solo i plantari la causa della tua inaccettabile banalità, ci sono molte altre condizioni avverse che, se non giustificano, quanto meno motivano questo tuo aspetto.

A parte la pigrizia, che è scontata, e la povertà, che è innegabile, esistono anche altri fattori che determinano la tua incapacità di creare un outfit degno di una fashion blogger che ti permetta di migliorare il tuo ambiente lavorativo, oltre che la tua autostima.

Primo fra tutti l’orario in cui ti alzi, ovvero troppo presto. La mattina i sensi sono ottunditi, la sonnolenza e quella riga sulla faccia che ci lascia il cuscino rendono molto difficile concentrarsi per verificare che i colori si accordino e le forme coincidano. Così un abbigliamento basic, ovvero una maglietta con solo 2 maniche comode da infilare, un pantalone che ha la cerniera sul davanti, un maglione che ci copre fino alle ginocchia, aiutano a superare la fase del pensiero senza grossi traumi e ci permettono di non agitarci alla ricerca di un ragionamento che sarebbe impossibile attuare a quell’ora.

I colori troppo vivi inoltre, sempre a causa dell’intorpidimento e degli occhi non ancora abituati alla luce forte, sono proprio impossibili da gestire, anche se ci procuriamo degli occhiali da sole. Per questo grigi, crema, blu, bianchi e neri sono la base dei nostri abbinamenti.

Segue  un alterato concetto della “comodità”. L’ufficio è un luogo dove spesso non si va volentieri, anzi alcuni lo ritengono una sorta di arresti domiciliari al contrario, dove si firma ogni giorno e si è costretti a rimanere dalle 9 alle 18 per poi uscire e tornare liberi. E’ difficile pensare che in questa condizione mentale si voglia indossare qualcosa che si spiegazza, stringe, si macchia con il caffè della macchinetta o con una biro lanciata da qualche collega, procurandoci un danno economico pari al crack del ’29. Sembrano più rassicuranti quella camicia bianca e le ballerine, la prima perché nasconde le chiazze di sudore da nervoso che vengono quando bisogna fare anticamera dal Direttore, le seconde invece permettono di fuggire con più agilità quando si assiste a risse tra impiegati.

Questo punto ne introduce quindi un altro: la tranquillità. Se manca la serenità perché si è tipi ansiosi, oppure si è troppo concentrati sul lavoro e si pensa solo al risultato che si deve portare a casa, il proprio aspetto scivola miseramente in secondo piano mangiato come fa la Balena di Pinocchio dal desiderio di essere bravi e produttivi.

Ricapitolando, per venire vestiti bene al lavoro ci sono delle condizioni che non saranno determinanti, ma che innegabilmente possono aiutare. Tolta ricchezza, bellezza intrinseca e iperattività, se si deve entrare in ufficio alle 11 del mattino vuol dire che si potrà avere più tempo per dormire, che la luce in casa sarà più alta e non avremo grossi problemi a distinguere i colori, mentre la lucidità sarà più facile da raggiungere.

Se faremo un lavoro che ci piace la serenità guiderà le nostre mani nell’armadio e troveremo senza problemi gli abbinamenti giusti e ricercati, mentre se avremo la tranquillità di un lavoro di cui non ci importa niente, in cui verremo pagati anche se assolutamente incapaci e improduttivi, allora renderemo il meglio, riusciremo a trovare forme azzardate, tacchi vertiginosi e gioielli luminosissimi, perché  il vero segreto, nel fashion, non è il gusto, è l’incoscienza.

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