Quando manca il sonno


Ufficiosamente / giovedì, Dicembre 5th, 2013

Immagine 466aL’insonnia è tra le sciagure peggiori. Soprattutto se di giorno non bevi caffè e se, come me, devi dormire almeno sette ore e ne dormi tre, è devastante.

Uno dei tarli che non fanno dormire è il chiedersi perché non si dorme, se ci fate caso più si pensa a questo e più si rimane svegli.

E questo spiega anche perché, quando non si dorme, si pensa sempre che è colpa dello stress, che è colpa dei “pensieri”. Magari la risposta è più semplice: c’è un compagno di letto che russa, o un locale che spara la musica a cannone, oppure si è mangiata troppa torta. Però dire che è lo stress suona meglio, dà un’aria di intima sofferenza intellettuale.Ci sono quelli che proprio non si addormentano, si mettono a letto e nonostante le provino tutte, dalla camomilla al libro, alla conta delle pecorelle, non riescono a perdere conoscenza.

Ma questi rimedi possono avere anche controindicazioni, per esempio la camomilla, che può portare chi è debole di vescica, a visitare il bagno talmente tanto spesso che il problema non sarà più prendere sonno, ma non addormentarsi per non rischiare di bagnare il letto.

Il libro, se troppo grande, una volta appisolati, può diventare un’arma contundente che ci rivolgiamo contro inconsapevolmente, ovvero che ci cade addosso svegliandoci di nuovo.

La conta delle pecorelle non è così immediata come sembra, perché se perdiamo il conto dopo le prime venti e ricominciamo per sei volte di fila forse c’è un problema con la matematica che non possiamo più negare di avere.

Qualcuno prova con la televisione, ovvero a piazzarvisi davanti e aspettare che il brusio delle televendite più improbabili gli concili un incontro con Morfeo, e invece si finisce per azzerare la carta di credito comprando oggetti inutili.

Ci sono quelli che invece si addormentano, dormono qualche ora e poi si svegliano in un orario impossibile per fare qualsiasi cosa ed aspettano di riaddormentarsi a volte spostando i mobili del salotto, non so bene perché. Di solito chi si sveglia a metà notte rimane tale fino a circa trenta minuti dalla sveglia, a quel punto cade in un coma profondo che renderà la ripresa di coscienza devastante.

Il problema di una notte insonne è però la mattina, che ci si ritrova con l’energia di un bradipo stanco a dover affrontare il quotidiano, il lavoro con annessi colleghi di lavoro, eventi sociali con annessi amici, la vita da svegli in generale.

A quel punto, mentre si valuta la dimensione delle borse sotto gli occhi, ci si rende conto che non basteranno tre tipi diversi di correttore per toglierci dalla faccia le tracce di una notte passata male.

Se però si è furbi, quei segni evidenti di sofferenza possono essere tramutati in un punto di forza e alle richieste di informazioni sulla loro provenienza si potrà raccontare una serie di fandonie su notti passate nei locali, vita sregolata fatta di eccessi, divertimento puro e senza morale. Non sarà mentire, ma dare una versione creativa della realtà.

N.B. Non ho parlato degli aiuti chimici perché non ne ho esperienza, per ora…

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Un Commento a “Quando manca il sonno”

  1. E c’è anche chi (donne sedute su una sedia in cucina con un bambino piccolissimo addormentato in braccio, uomini che fanno il turno di notte in una fabbrica, un ospedale, un’autostrada, studenti che si svegliano all’alba per prendere il treno che li porterà in un’altra città…) darebbe qualunque cosa per chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno, ma non può proprio farlo…

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