Saldi & Soldi


Ufficiosamente / lunedì, Luglio 15th, 2019

Saldi fa rima con soldi, è un dato di fatto. Senza soldi non si possono fare i saldi e senza i saldi non si possono spendere i soldi. E’ un pensiero circolare che fa parte del movimento dell’economia e che divide l’anno solare in due grandi aree: quando possiamo fare affari noi e quando possono i negozianti.

Per fare affari naturalmente intendo l’ acquisto del capo o dell’oggetto ad un prezzo inferiore di quello presentato come di mercato, la possibilità insomma di “fregare il sistema” che ci vorrebbe consumatori ciechi incapaci di distinguere il vero valore delle cose.

Detto così sembra quasi un discorso intelligente, ed immagino che crediate che continuerò a parlare della valenza sociale del risparmio e di quella morale della modestia, invece sbagliate, io adesso parlerò di come è bello spendere! Talmente bello che una parte di noi lo considera quasi un delitto.

Un delitto perché infrange le regole del risparmio, uccide il portafogli e ci rende complici del consumismo.

Eppure la catarsi dell’acquisto compulsivo non ha prezzo. Facciamo un esempio pratico di come si svolge il crimine.

Prima di tutto il movente, ovvero una scusa pallidamente credibile: un importante incontro di lavoro per cui non si può PENSARE (badate bene il maiuscolo esprime la forza del concetto) di non avere qualcosa di nuovo e mai visto in ufficio.

Dopo il movente, ci vuole l’opportunità, appunto i SALDI (cfr. quanto detto prima sul maiuscolo). Un momento dell’anno in cui fare affari è necessario se non imperativo, in cui troviamo un appiglio che giustifica le nostre azioni.

Segue il luogo, che in questo caso ha il pregio di coniugare la risoluzione del problema “caldo estivo” e la necessità dell’azione: il centro commerciale, un posto perfetto per mimetizzare un delitto visto che intorno a te altra gente ne sta perpetrando uno uguale e tutti insieme vi assolvete a vicenda.

Infine l’azione vera e propria, il delitto tanto denigrato: l’acquisto compulsivo. Una giacca di un colore improbabile, assolutamente non considerata come possibile tra le cose che dovevi prendere, ma che sta bene su tutto. Tutto tranne quello che l’etichetta di imporrebbe di indossare: ovvero un sobrio completo nero.

Eppure tu esci da quel negozio con quella giacca, con il portafogli che rappresenta la vera vittima di questa macchinazione, e ti senti, almeno finché non attraverserai le porte del centro commerciale lasciandoti l’aria condizionata alle spalle, una donna piena di speranze.

Quella giacca infatti, nel negozio, stava veramente bene con tutto, soprattutto con il colore dei tuoi capelli e la maglietta con il faccione di Farrah Fawcett che non sarebbe stato possibile non comprare. Mentre quella pochette rosa con le tigri con gli occhiali da sole è di una plastica morbidissima che la fa sembrare di pelle vera, e la maglia nera, come le altre sei che hai in armadio, è sicuramente diversa da quelle che già hai perché ha delle maniche chiaramente a sbuffo. Per non parlare di quel pantalone, anche lui nero, che grazie a quelle cerniere dorate diventa unico e irripetibile, come la gonna lunga a fiori, leggermente impegnativa, ma che sicuramente si potrà sdrammatizzare con una maglietta bianca corta e una ballerina.

Ed ecco che l’omicidio diventa genocidio nel giro di pochi attimi, e tutto il tuo progetto di compiere un’azione immorale discreta si infrange davanti alle buste che ti trascini in giro, il vero indizio del reato, impossibile da nascondere ormai, ma sempre dolce, perché compulsivo.