Vivere nel gioco “unisci i puntini” ovvero la geografia della sfiga


Appuntamento con la Meraviglia, Ufficiosamente / lunedì, Luglio 28th, 2014

puntiniSecondo me il Triangolo delle Bermuda esiste e si nasconde così bene perché è diverso da persona a persona. Ognuno ha un luogo, almeno uno, che ha influenze funeste sulla sua vita. La casa di un parente, l’incrocio di due strade, un binario della stazione. Io ne ho talmente tanti che potrei tracciare una sorta di mappa di punti neri, come quelli del gioco “unisci i puntini” in cui, con un po’ di esperienza, si può ricostruire un percorso  da non percorrere.

Perché, nella visione paranoica ed egocentrica  che caratterizza la mia vita, forse non è un caso, forse esistono dei luoghi che ingoiano le nostre energie, e trovano il modo di dircelo causandoci piccoli, o grandi, intoppi.

Ma sono sicura di non essere l’unica paranoica ed egocentrica, ora vorreste negare che anche nel corso della nostra vita non vi è capitato di trovare quei “punti neri” nello spazio in cui, se non ci passavate, era meglio?

Questo vale certamente per quei posti dove ci capitano incidenti, il famoso semaforo a cui una macchina non si ferma e ci prende in pieno, ma anche per gli svincoli autostradali, che una volta imboccati, non si sa perché, portano alla misteriosa rottura di una parte dell’auto, come una ruota che si buca o una spia misteriosa che si accende segnalando il pericolo dell’imminente esplosione del veicolo.

Ma anche per luoghi innocui, come dei locali dove non bisogna mai prendere il gelato perché, sistematicamente, o ci cade addosso o cade per terra, di solito dopo una fila di venti minuti per prenderlo. Tragedia apparentemente minore rispetto ad un incidente automobilistico, ma riportata sulla “scala del gradimento del gelato” proporzionalmente simile.

Oppure pezzi di marciapiede su cui camminano tutti, ma se ci va la persona “giusta”  sarà protagonista di una caduta epica che comporterà la rottura di una caviglia e il viaggio al pronto soccorso.

Magari non ci avete mai fatto caso, e vi invito a farlo ora: ve lo ricordate quel gradino a casa di nonna dove inciampavate sempre? Oppure quel punto sulla strada di casa dove il cellulare muore per poi ritornare in funzione miracolosamente, anche grazie a varie richieste di aiuto rivolte a Santi Patroni e Divinità varie?

Anche gli animali hanno questi posti, come testimoniano certi gatti che in determinati punti dei loro vagabondaggi gonfiano la coda effetto “procione” e si aggirano come aspettandosi che da un momento all’altro precipiti dal cielo una cometa e li becchi in pieno.

A riflettere su queste cose si può pensare di diventare “superstiziosi”, dove la superstizione è la base di ogni cultura sana, in cui si accetta di non poter prevedere e capire tutto, in cui si compiono dei riti per giustificare la nostra mancanza di conoscenza e rassicurarci su quello che possiamo o non possiamo fare.

In questo caso però, non suggerisco il sacrificio del collega insopportabile al Dio della Macchina delle Fotocopie solo perché sbattiamo sempre sullo spigolo della scrivania, bensì la sostituzione della stanza con una più consona che abbia una postazione dai bordi arrotondati.

La cosa migliore quindi per chi si ritrovi a subire gli strali del fato con sospetta continuità in un determinato luogo, sia stanza, strada, marciapiede, ed essendo ancora illegali i sacrifici umani, sarà non pensare di essere semplicemente paranoico o predisposto alla sfortuna, bensì accettarlo come uno dei casi della vita, che si bilancia con quelli fortunati, rari ma innegabili, dove ci si trova all’aperitivo giusto al momento giusto per innamorarsi, oppure dal tabaccaio giusto per vincere un po’ di soldi al gratta e vinci.