Curiosità di Silvestro Lega


Ma l'arte serve? / lunedì, Settembre 17th, 2018

Quando ero piccola mi dicevano che “la curiosità uccise il gatto”, e devo dire che per un certo periodo associavo sempre questa frase alla parola. Il detto ammonisce a non farsi prendere da questo sentimento che può portare conseguenze spesso spiacevoli, sia perché si può venire a conoscenza di qualcosa che sarebbe meglio non sapere sia perché, se scoperti, potremmo essere puniti per il nostro desiderio di conoscenza.

Lo stesso Dante ci rappresenta il curioso per eccellenza, Ulisse, che viaggia spinto dal desiderio irrefrenabile di perseguire “virtute e canoscenza”, fino all’avventura mortale che lo porta all’Inferno, incurante dei doveri verso gli amici e dell’amore che lo attende a casa.

Nella seconda metà dell’Ottocento, Silvestro Lega non scomoda questa citazione dotta per rappresentare, in piccolo, gli stessi concetti universali, ma li applica a un’immagine del quotidiano: una donna che sbircia dietro alla persiana chiusa di una finestra qualcosa che succede fuori.

La finestra è aperta, così da far entrare bene i rumori, ma le persiane sono chiuse come in quei caldi pomeriggi d’estate, per impedire al sole diretto e al caldo di entrare. La luce dalle imposte  filtra in questo ambiente in penombra e illumina una parte della donna, voltata di tre quarti e protesa in un atteggiamento concentrato.

L’immagini si stringe talmente tanto sulla donna che il vestito,  semplice anche se arricchito da una stoffa cangiante ma non brillante, viene tagliato dalla cornice.  Mentre la cifra della conversazione visiva si concentra sul dialogo tra il verde della persiana e  la luce calda e decisa che si muove sulla donna e sul suo incarnato illuminandola solo in parte.

Attraverso quella finestra, solo apparentemente chiusa, si apre una piccola falla nel mondo della casa e l’esterno entra attraverso suoni che non possiamo sentire e una scena che non possiamo vedere.

La protagonista si nasconde ma non può fare a meno di guardare, di conoscere, cosa c’è fuori, restando però protetta nel suo spazio.

In questa immagine semplice, fatta di pochi elementi, Lega ritrae la forza di un sentimento universale, uno dei più importanti per l’uomo e la sua evoluzione, e lo fa tramite una donnetta che si dedica allo spionaggio domestico, forse una delle attività più universali del quotidiano.

Ognuno di noi si è trovato almeno una volta nella vita a sbirciare da una finestra sperando di non essere visto, cercando di capire qualcosa che stava succedendo fuori, lontano ma non abbastanza per non essere percepito, qualcosa che magari non ci riguardava ma che noi volevamo sapere lo stesso, perché siamo curiosi, perché dobbiamo sapere cosa succede intorno a noi.

L’evento che avviene al di là di quella finestra potrebbe essere straordinario, violento oppure banalissimo, potrebbe essere il passaggio di qualcuno, l’attesa dell’arrivo di una visita, il pettegolezzo rubato, oppure un’informazione importantissima, mentre la luce, metafora di una conoscenza che richiama a sua volta le metafore di Caravaggio, filtra dalle aperture della persiana.

E mentre la guardiamo che guarda fuori vorremmo avvicinarci anche noi a quella misteriosa finestra, vedere anche noi, ascoltare, capire e cadere senza rimpianti nella trappola della curiosità, che ci adesca in ogni istante con le sue mille tentazioni permettendoci a volte di sapere cose utili, ma molto più spesso cose inutili.

Perché la vita è fatta soprattutto di questo, del nostro desiderio di andare avanti e scoprire, scoprire tutto, come Ulisse.