Gli accolli parte II: come evitarli


Ufficiosamente / martedì, Aprile 22nd, 2014

cane-scappaCome avete capito nella puntata precedente, se si fiuta la presenza di un accollo bisogna mettersi subito sulla difensiva, e per farlo bisogna arginarli, ovvero inventare scuse per non vederli o non parlarci.

E questo perché un accollo non capisce di essere tale, o meglio non ammetterà mai di essere tale, quindi sarebbe inutile affrontarli di petto e dirgli la verità sulla loro essenza, ci scontreremmo con un muro di gomma.

Non resta che accettare la realtà e arrendersi alla nostra creatività, diventando dei MacGyver delle fandonie.

Naturalmente le scuse sono distinte in quelle che si usano per non ricevere telefonate e quelle che invece servono a liberarci della loro presenza fisica.

Quelle per il telefono sono le più facili, anche perché sono le meno verificabili. Così se continua a telefonare pure se non rispondiamo e non siamo capaci di bloccare il numero, perché abbiamo il cuore troppo tenero,  possiamo rispondere bisbigliando che siamo in una riunione e che ci si deve sentire in un “altro momento”,  mi raccomando non dite “dopo”, altrimenti create aspettative, bisogna essere il più generici possibile per dilatare i tempi. Altro grande classico è dire che il telefono si sta scaricando, e rimandare sempre ad un tempo indeterminato l’occasione di ritelefonarsi, oppure essere ancora più determinati e dire semplicemente “ora non posso, ciao.” Anche qui, mi raccomando, fate sentire bene quel punto alla fine della frase.

Se invece siamo così babbei da rispondere al telefono e da farci incastrare in una conversazione in cui ci chiede di uscire, si parte con le scuse più blande, quelle che abbiamo imparato al tempo delle feste delle medie dove non volevamo andare: una febbre improvvisa è la base. Alcuni aggiungono particolari raccapriccianti come attacchi di diarrea fulminea o vomito, che rendono anche empatica la reazione dell’interlocutore, ovvero ricorderà tutte le sue diarree, ma a quel punto avrete già chiuso la conversazione per dedicarvi ad altro.

Se però siete superstiziosi e non volete usare malanni con la paura che poi vi vengano veramente, potete passare a cose gioiose, una festa di compleanno, una comunione, ma qui state attenti al periodo dell’anno, vanno bene solo i mesi primaverili e le domeniche, per poi passare al matrimonio, ma se vi fanno troppe domante tipo: in che chiesa si sposano o dove sarà il pranzo, dovrete essere pronti ad aumentare la creatività della calla (cfr. bugia in romano).

Vi consiglio quindi una cena generica, con amici generici o, se volete far finta di essere molto impegnati, una cena di lavoro. Potreste usare una cena di lavoro con parenti, per sottolineare la gravità dell’impegno.

Le femmine sono avvantaggiate rispetto ai maschi perché possono sempre giocarsi la carta “ciclo”, che implica qualsiasi tipo di malessere e giustifica se trattate male l’interlocutore, gli ormoni sono brutte bestie lo sappiamo tutti.

Se volete assumere un tono patetico potete dire che dovete stare con la mamma o zia depressa e sola, perché volete tirarla su. La cosa assume un velo di zitellagine che di solito tende a scoraggiare ogni altra insistenza.

La cosa veramente importante è smettere di farsi impietosire e resistere, perché l’accollo è coriaceo, non vi mollerà facilmente, e non basterà una scusa sola. Ho avuto amiche che avevano il ciclo per 21 giorni consecutivi, appunto per non uscire con accolli molto aggressivi.

Infine lo scenario  apocalittico: riesce a convincervi a uscire e voi non riuscite a dare buca. A quel punto scatta la frequentazione diretta, e qui c’è poco da fare. Il consiglio più assennato, visto che di senno non ne avete avuto se siete arrivati a questo punto, è adottare la tattica “mimetica”. Prima di tutto si sceglie il campo di battaglia, bisogna impuntarsi su cosa fare e dove vedersi, ma è facile, l’accollo è ancora in fase accondiscendente e servizievole.  Poi scegliete l’attivatà da svolgere seguendo una linea precisa: diventare noiosi. Lo so, detta così suona male, ma riflettete, se perdete il vostro fascino non avranno più desiderio di starvi accanto e cambieranno preda, quindi cambiate i vostri comportamenti abituali, vestite male e magari diventate anche un po’ spregevoli.

A secondo dell’interlocutore e del gradi di scolarizzazione, invertite la difficoltà degli argomenti, guardandolo sempre in modo saccente, anche quando ordinerà l’acqua al ristorante, se avete a che fare con un ignorante affrontate discorsi assolutamente mortali come l’estinzione del Gorilla di pianura occidentale o se invece è un intellettuale parlate di manicure, ma chiunque sia, fate intendere che la sua macchina vi fa schifo e otterrete il risultato voluto. Per le donne/accollo lo stesso discorso vale per il taglio di capelli.

Quindi, se volete uscirne vivi, preparatevi ad essere il peggio del peggio, del resto è colpa vostra se gli avete dato il numero di cellulare e l’amicizia su Facebook, non potete prendervela con nessuno, men che meno con l’accollo, che segue solo la sua natura.

Perché l’imperativo è uno solo: resistere, resistere, resistere!

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