Il tradimento di Dalila di Solomon Joseph Solomon


Ma l'arte serve? / lunedì, Ottobre 3rd, 2016

Sansone Solomon josephSansone è l’uomo più forte del mondo, invincibile e spietato, eppure anche lui ha un punto debole, il punto debole che abbiamo tutti: l’amore.

Solomon Joseph Solomon rappresenta il momento della scoperta del tradimento, quando la sua amante, Dalila, lo fa catturare dai Filistei che gli tagliano i capelli nel sonno togliendogli la forza sovrumana che lo rendeva un guerriero terribile.

La scena è caratterizzata da due fonti principali di illuminazione, una in primo piano e poi una seconda che schiude il fondo buio con l’apertura di una porta che dà verso l’esterno della casa. Casa che ha un carattere fortemente esotico, come testimoniano la pelle di tigre ai piedi del letto e i tappeti, e si armonizza con gli abiti dei personaggi, che raccontano la vita nel deserto attraverso una lente romantica e favolistica.

Ma il fulcro della composizione è la lotta concitata, dove le forbici cadono a terra e il gigante è circondato dai suoi nemici che, a fatica, lo contengono in una composizione a spirale che parte dall’incrocio delle ginocchia di Sansone e di un suo assalitore e sale seguendo i torsi nudi per ridiscendere e perdersi sul fondo, dove una folla concitata si muove accalcandosi sulla porta.

Anche la posizione di Dalila, bella e trionfante, segue la rotazione, mentre sventola il bottino dei capelli davanti all’eroe in un gesto di scherno impietoso. Sansone ha la testa girata da uno dei suoi assalitori e guarda insieme la chioma e lei, incredulo per il gesto, per il tradimento, per la condizione in cui si è trovato all’improvviso: vittima lui che vittima non lo è mai stata.

Questa scena, chiaramente la descrizione di una sconfitta tra le più dolorose, quella in cui ti prendono di sorpresa, non rappresenta però la fine della storia. Sansone infatti compirà un ultimo gesto suicida una volta ricresciuti i capelli: anche se accecato, farà crollare con la forza ritrovata le colonne portanti della casa dei Filistei in cui si trova e li porterà con sé nella tomba.

Solomon sceglie il momento più buio, quello del tradimento della fiducia e dell’amore e lo concentra negli sguardi dei due protagonisti, che non guardano lo spettatore, ma entrambi lo scalpo ognuno con il proprio sentimento, acceso e pulsante.

Eppure questo quadro mi piace, mi piace per la qualità della composizione, per l’ambientazione esotica, per la scelta di non aver nascosto niente del brutto di quell’azione infame di Dalila, che vive proprio in quegli sguardi che parlano, ma anche perché so come andrà a finire la storia, so che Sansone non si piegherà al destino di sconfitto e che compirà un ultimo gesto di ribellione, disperato, distruttivo e soprattutto testardo, ma pur sempre nel suo carattere, riassunto nel suo motto: muoia Sansone con tutti i Filistei.