Solo le briciole


Ufficiosamente / mercoledì, Aprile 13th, 2016

IMG_20160413_094718_020Da quando ho memoria ho un problema con le briciole.

Il problema è che tendono ad appicciarmisi addosso sempre, anche quando sono quelle degli altri. Inoltre non sono solo le briciole comuni, quelle dei biscotti, del pane, delle patatine per intenderci, ma anche briciole che non dovrebbero esistere.

Avete mai visto una briciola di dentifricio? Ebbene, è come una goccia ma a contatto con il mio corpo diventa solida e si imbriciolizza. Giusto acqua e Coca Cola mantengono il loro stato quando vengono a contatto con me per bagnarmi adeguatamente.

Per un certo periodo ho pensato che fosse un superpotere, come per gli x-men: sbriciolo tutto quello che tocco. Poi mi sono accorta che non era poi così utile perché non funziona se mi tirano un sasso, quello rimane solido, mi colpisce e poi magari dopo fa qualche briciolina, ma poca, più simile alla polvere.

Questa malattia, perché invece ora sono giunta alla conclusione che sia una malattia, che potremmo chiamare la sbriciolitudine, mi condiziona tantissimo nel quotidiano.

Naturalmente i disagi iniziano a partire dall’alimentazione, perché mi impedisce di mangiare con serenità in luoghi dove poi le briciole che accumulo si consolidano e creano strati geologici di sporcizia, come in macchina o sopra e sotto la scrivania.

Ma questa condizione determina anche il mio abbigliamento. I colori scuri, che sono i miei preferiti, sono infatti il suo veicolo principale, essa si adagia pervicace in quell’angolo che io, dalla mia posizione soggettiva, non vedo, ma che gli altri invece individuano da lontano. Per non parlare delle tipologie di tessuto. Per esempio non posso mettere il velluto e non solo perché sembrerei un divano, ma anche perché quelle pieghette simmetriche sono un nido accogliente per il granello subdolo di nachos che ha fatto tanta fatica per cadermi addosso e che vi trova un appiglio sicuro per passarci tutto il resto dell’inverno.

A volte sono talmente pervicaci che pure se ripetutamente scrollate, piuttosto che cedere al tappeto, che le accoglierebbe con distacco, per non dire riserbo, come fanno gli hotel dell’autostrada con le coppiette clandestine, si infilano nelle scarpe, trovando qualche pertugio tra i lacci o le cerniere.

Anche gli occhiali a volte ne ospitano qualcuna, o i capelli, e su come riescano a sfidare le leggi della fisica e a saltare lassù ancora non ho fatto uno studio adeguato.

Quindi ogni mattina, quando mi sveglio, so che dovrò combattere questa muta battaglia che inizierà dai biscotti della colazione e terminerà la sera con le molliche di pane, mentre le briciole si svegliano e sanno che dovranno essere più veloci di me per non farsi scrollare di dosso e finire sperdute su qualche pavimento, in balia delle scope e della corrente.

E tu cosa sei? Sbriciolatore o briciola?