Bambina nel mare argentato di Joaquín Sorolla y Bastida


Ma l'arte serve? / giovedì, Luglio 24th, 2014

Joaquín Sorolla y Bastida, Bambina nel mare argentatoNe riparliamo a settembre. Ecco il leitmotiv di questo fine luglio. Lo ripeto io e lo ripetono tutti intorno a me. A dieci giorni dall’arrivo di Agosto, mese per eccellenza delle vacanze, l’unica cosa che pensiamo tutti è: “voglio andare in ferie, poi si vede”.

Perché luglio è infondo come fosse la vera fine dell’anno e settembre non solo l’inizio delle scuole, ma anche dell’attuazione di quei propositi che ci trasciniamo da gennaio e che, guarda caso, ancora non abbiamo portato a compimento.

Ecco che l’idea di stare un mese, se va bene, lontano dall’ordinario, fosse solo in pantaloncini a casa sotto il ventilatore, ci riempie di energie e speranze per il futuro, anzi, ci fa proprio vedere un futuro dove prima c’era solo la disperazione del quotidiano.

Il sogno delle vacanze si concretizza in questo quadro di di  Joaquín Sorolla y Bastida, dove il mare si confonde con il vestito della bambina in controluce, che dà le spalle all’orizzonte e  ci guarda come a volerci invitare. Le onde si muovono lente e corpose, come tutto l’impasto dei colori, mentre la vera protagonista è appunto la luce, che vuole essere forte fin quasi ad abbagliare e portarci in una dimensione che non è quella reale della scena, ma quella intima di una sensazione.

La bambina come la nostra coscienza, che mette i piedi nell’acqua e trova refrigerio, mentre noi ci rendiamo conto che dietro alla sabbia e al mare luccicante c’è una nuova energia che viene proprio da quello spezzare la vita per un po’, da quel sapere che c’è una sorta di fine, anche se i problemi, le angosce, i guai non sono poi risolti per nulla, ma messi in pausa almeno quel tanto che basta a riprendere fiato, schiarirsi la testa e la vista, ritrovare la forza per riprenderseli tutti sulla schiena e poi portarseli ancora avanti, fino al prossimo luglio.